VENERDÌ 13 APRILE 2018 alle ore 17:00 sarà inaugurata un’importante esposizione di ceramica tradizionale moldava realizzata da due giovani ma affermati artisti della Repubblica Moldova: Adrian Triboi e Vitalie Parlui.
L’esposizione, organizzata dall’Associazione di Promozione Sociale Italia-Moldavia (onlus) in collaborazione con il Consolato Onorario della Repubblica Moldova della Toscana e la Pro Loco di Montevarchi, è intitolata “Acqua, Terra, Mani, Fuoco” e verrà allestita presso il Circolo Stanze Ulivieri di Montevarchi La mostra sarà aperta al pubblico fino a sabato 21 aprile con le seguenti modalità di apertura: 13-14-15-18-19-20 APRILE —-ORARIO 17:00-19:00
Le ceramiche esposte sono ispirate ai temi della tradizione millenaria del popolo moldavo ed in particolare alla civiltà neolitica degli antichi Cucuteni, risalente a quasi 7000 anni fa, popolazione che visse in questi territori. Ceramiche ispirate, dunque, ad una civiltà più antica di quella egizia e di quella minoica, ad una civiltà che ha dato forse origine ai Sumeri, se non addirittura al mito di Atlantide…
La mostra inoltre presenta alcuni interessanti manufatti realizzati da Adrian Triboi, delle preziose ceramiche in argilla rossa che, dopo essere state cotte in un forno tradizionale alimentato a legna, assumono una particolare colorazione scura al punto da essere definite “ceramiche nere”.
La mostra gode del Patrocinio del Comune di Montevarchi e dell’Ambasciata della Repubblica Moldova in Italia.
La cerimonia di apertura è prevista per VENERDI’ 13 APRILE alle ore 17 alla presenza di S.E. Stela Stingaci, Ambasciatrice della Repubblica Moldova e sarà seguita da un rinfresco con degustazione di vini e specialità gastronomiche moldave.
GIORNI DI APERTURA AL PUBBLICO: 13-14-15-18-19-20 Aprile
ORARI DI APERTURA AL PUBBLICO 17:00-19:00
Informazioni per visite al seguente contatto: 333/9702510.
Durante il periodo di apertura saranno presenti volontari appositamente formati per introdurre i visitatori alla visita della mostra
Storia
Su una terra fertile, all’ombra di querce e di faggi, con il Mar Nero ai suoi piedi: così si è formato il popolo romeno della Repubblica Moldova. Questo paese è situato all’oriente d’Europa, tra due fiumi che ne segnano il confine: il Nistru ed il Prut. Durante i secoli il territorio è stato così sminuzzato e frazionato al punto che ad oggi la superficie non raggiunge i 40.000 kmq. I suoi confini corrispondono a Ovest con la Romania, mentre per la restante parte con l’Ucraina. La storia di questo popolo risale a milioni di anni fa, da quando gli antichi Traci formarono le tribù dei Geti e dei Daci nell’area Carpatico – Danubiana. Il primo che ne riunì le tribù costituendo così una forza rilevante nell’area est europea fu Burebista. Nel 105 – 106 d.c., l’imperatore romano Traiano riuscì a conquistare parzialmente il territorio dei Geto – Daci ( chiamato allora Dacia) e lo trasformò in una provincia romana. Grazie a questa vittoria e in onore del coraggio e della resistenza dei Daci, venne eretta a Roma la colonna Traiana dove ancora oggi è possibile vedervi incise le gesta e le scene di quella guerra. Da allora il popolo della Dacia si romanizzò e venne chiamato come tutt’ora romeno. Durante i secoli i romeni hanno dovuto difendersi contro invasori turchi, mongoli, tartari, ungheresi e slavi. Il loro territorio è stato occupato, smembrato e infine scisso in tre nuovi Principati: la Valacchia, la Moldavia e la Transilvania. Il Principato della Moldavia si estendeva dalla pianura fino alle montagne dei Carpazi. Il nome Moldavia deriva proprio dalla sua ubicazione geografica: dalle parole latine moli, che significa morbido ( come le pianure) unita a dava, che significa città nella lingua geto-dacica . I romani la chiamarono Moldava, poi Moldova. Una delle maggiori figure che guidarono la Moldova fu Stefano il Grande, eroe nazionale ancora oggi famoso per aver difeso il paese per decenni dall’invasione turca e mongola. Memorabile una sua citazione in cui affermava che la Moldova non appartiene né a lui né ad altri, ma bensì alle generazioni future. Alla sua morte il Paese venne occupato per lungo tempo dai turchi. Solo con Michele il Bravo, nel 1600, il popolo romeno ritrovò la sua unità e la sua indipendenza ma, ben presto, nuovi invasori rioccuparono e divisero la Moldova.
A seguito del conflitto tra l’impero zarista e quello turco, con la conseguente dichiarazione di pace di Bucarest del 1812, una parte di questo territorio – compreso tra il fiume Prut ed il fiume Nistru – venne ceduto alla Russia Zarista, fu nominato Bassarabia in onore dei Principi Basarab che avevano regnato storicamente sul Principato di Moldova ma nello stesso rimarcando la sua differenza istituzionale e geografica dalla madrepatria.
La restante parte della Moldova si unì in seguito al Pincipato di Valacchia, dando finalmente vita, nel 1859, al primo embrione di unità nazionale della Romania. Solo la Transilvania rimase sotto la dominazione ungherese. L’ultimo tentativo di riunificare l’intero popolo romeno avvenne nel 1918, dopo la fine della Iª Guerra Mondiale, che ha visto la dissoluzione degli Imperi Centrali, nel mese di gennaio del 1918 venne proclamata l’indipendenza della Bassarabia e il 27 marzo 1918 fu decisa la riunificazione alla Romania. Contestualmente anche la Transilvania chiese l’annessione alla Romania dando vita al moderno Stato romeno. M a questo ennesimo tentativo durò ben poco. La Russia spinta dal grande interesse economico di voler possedere la Moldova, ricca di agricoltura e soprattutto di grano, strinse nel 1939 un patto con la Germania (Molotov – Ribbentrop) ed a causa di ciò si ebbe come effetto l’occupazione della Bassarabia che in seguito, durante la IIª Guerra Mondiale, la occupò proclamando la costituzione della Repubblica Sovietica Socialista Moldava (RSSM), comprendente le nove regioni della Bassarabia e i sei distretti situati alla sinistra del fiume Nistru. Sotto la dominazione stalinista e sovietica il popolo romeno della Moldova soffrì fame e deportazione di massa in Siberia; soltanto nel 1988, le idee rivoluzionarie della Perestroika del presidente russo Gorbaciov, iniziarono a portare i primi vagiti di libertà e di autonomia alla Moldova. Il 23 giugno 1990 la Moldova proclamò la sua indipendenza e la sua sovranità il 27 agosto 1991. Dal 2 marzo 1992 questa Repubblica diventa membro dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (O.N.U.) con la denominazione di Repubblica di Moldova.
Geografia
La Repubblica Moldova è un paese dell’Europa dell’Est. Confina a nord, est e sud con l’Ucraina, ad ovest con la Romania.
Superficie totale:33.843 kmq.
Principali fiumi: Danubio, Nistru, Prut, Raut;
Popolazione:4.264.000 densità: 126,2 abitanti per km2
Altezza massima del territorio: Collina Balanesti 430 metri sul livello del mare
Principali città: Chisinau (capitale), Balti, Tighina, Tiraspol
Clima: inverno moderato (gennaio -4 -7°C), estate caldo (28-30°C)
Risorse naturali: lignite, fosfato, gesso, terra seminativa
Uso dei terreni:
terreni seminativi: per cereali:
terreni da pascolo:13%
foreste e boschi:9%
altri:11%
Suolo: terra nera, pozzolanico
Flora:2.300 specie di piante indigene (querce, faggi, aceri, tigli)
Fauna:68 specie di mammiferi (volpi, cervi, caprioli, cinghiali), 270 specie di uccelli e 10 mila specie di invertebrati
CUCUTENI
La cultura di Cucuteni è una civiltà archeologica del tardo neolitico che fiorì fra il 5500 a.C. e 2750 a.C. circa nella regione del Nistru-Dnepr corrispondente al territorio dell’attuale Romania, Moldova e Ucraina. I Cucuteni costruirono le prime grandi città in Europa, ognuna di esse abitate da 10.000 o 15.000 persone e a tal merito viene considerata dagli studiosi come la prima civiltà urbana esistente. Gli insediamenti venivano periodicamente bruciati ogni 60-80 anni quando la popolazione tendeva a spostarsi altrove.
Sono numerosi i musei archeologici in Romania, Moldova ed Ucraina che conservano reperti risalenti ai Cucuteni. Di particolare importanza il Museo del Sito Archeologico situato nel Comune di Cucuteni (Provincia di Iasi – Romania) e quello di Arte Neolitica Cucuteni di Piatra Neamt (Romania).
Ancor oggi in Moldova, la Cultura di Cucuteni viene ricordata e celebrata con un importante Festival Artistico, denominato CUCUTENI INTERNATIONAL ART CAMP, che viene organizzato nel mese di luglio ed al quale partecipano ceramisti, pittori ed artisti provenienti da diversi Paesi dell’Est Europa (e non solo).
In Italia, nel settembre 2008, venne organizzata in Vaticano, una importante esposizione di circa 500 reperti facendo scoprire per la prima volta questa straordinaria civiltà.
Lo scorso anno, presso l’Accademia di Romania a Roma, è stata proposta una mostra analitica ed illustrativa, con video e fotografie sulla Civiltà di Cucuteni.
Il simbolismo rappresentato da questa civiltà si evidenzia per un largo uso di decori e per l’utilizzo di due o 3 colori (bianco, nero e rosso), estremamente moderni ed affascinanti nella loro combinazione.
LA CERAMICA NERA
La tecnica di brunire l’argilla, veniva utilizzata dalle popolazioni Geto-Daciche abitanti i territori dell’attuale Romania e Moldova. Era altresì diffusa in molte popolazioni arcaiche (Etruschi ecc.) e si realizzava mediante un processo di ossidazione dell’argilla rossa.
I manufatti venivano cotti in un forno di mattoni alimentato a legna, chiuso con coperchio e sigillato con argilla, alla temperatura di 800-1000 gradi. La mancanza di ossigeno scuriva le ceramiche fino a farle annerire totalmente. I manufatti che assorbivano maggior calore, quelli situati più verso le pareti del forno, prendevano delle colorazioni argentate rendendo particolari le ceramiche.
Questa tecnica, molto difficile per l’utilizzo di forni a mattoni e per il controllo della temperatura, viene ancora oggi utilizzata in Moldova solo dalla Fam. Triboi, ceramisti da generazioni ed affermati artisti.
Dettagli evento
Data: 2018-04-13
Fine: 2018-04-21